Il punto di vista ambientale.
L’olio base da cui derivano, appositamente additivati, l’olio motore e l’olio idraulico, può essere vergine o riciclato. Il primo origina dalla raffinazione di petrolio, il secondo dal processo di riciclo dell’olio usato, in Italia coordinato oggi dal CONOU - Consorzio Nazionale per la Gestione, Raccolta e Trattamento degli Oli Minerali Usati (precedentemente COOU - Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati).
Entrambe i processi generano CO2
Dal rapporto ambientale del CONOU 2016 si evince che ogni Kg di olio vergine produce 1,62 Kg di CO2. Il processo di riciclo 0,7 Kg di CO2 per Kg trattato.
Rigenerare direttamente l’olio motore allungandone la vita per due cicli di utilizzo ulteriori genera quindi un risparmio ambientale di almeno 1,5 kg di CO2 per Kg trattato. Per l’olio idraulico che può essere rigenerato anche 5 o 6 volte il risparmio ambientale è ancora maggiore, ben oltre i 3 Kg di CO2.
Il punto di vista gestionale
Dalla nascita del Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati, le aziende sono state obbligate a conservare un registro degli stessi oltre un determinato quantitativo annuo (prima 500 poi 300 kg annui) con l’entrata in vigore Dlgs 152/06, il registro di carico e scarico rifiuti è l’unico registro obbligatorio per la gestione dei rifiuti costituiti da oli minerali usati e, nel caso in cui l'olio usato sia smaltito come rifiuto, devono essere registrati, senza ombra di dubbio, anche i movimenti inferiori ai 300 litri. Questo genera un onere rilevante per le attività imprenditoriali.
Rigenerare l’olio riduce questo onere in maniera rilevante, riducendo le registrazioni, le risorse impiegate e conseguentemente anche le operazioni di conferimento e scarico.
Un ulteriore vantaggio economico della rigenerazione degli oli minerali.